Il cammino luminoso della psicoterapia

Il cammino luminoso della psicoterapia

Arnold Lazarus, psicoterapeuta cognitivo comportamentale, diceva che il paziente che decide di iniziare un percorso terapeutico è un eroe.
Non è semplice mettersi in discussione e ammettere con se stessi che devo operare un cambiamento, perché questa parola sottoindende spesso l’esistenza di un giudizio negativo degli altri, la paura di essere rifiutato.
In realtà noi costruiamo la nostra realtà momento per momento , anche se spesso pensiamo che sia la realtà ad interagire con noi.
Operiamo scelte costanti di fronte a ciò che ci circonda, scegliendo di percepire alcuni aspetti e abbandonandone altri.
La nostra mente seleziona costantemente gli aspetti della realtà da trattenere e quelli da lasciar andare e i criteri con cui opera questa scelta sono dati dalle nostre convinzioni, su chi sono io, chi sono gli altri e chi sono io in relazione agli altri.
L’idea che nasce da queste considerazioni è la nostra interpretazione della realtà e detta la scelta delle nostre azioni su di essa. E quindi detta la vita che viviamo , con le emozioni che proviamo.
Quando poi non riusciamo a trovare una giusta via emotiva alla soluzione della nostra vita , il nostro inconscio risponde attraverso il nostro corpo con sintomi.
Stranamente viviamo tutto questo come a di fuori del nostro potere e dal nostro controllo, e questo è alla base della nascita della nostra infelicità.
Ci abituiamo a credere che la ricerca della nostra felicità sia un processo che ci vede attori passivi.
Facciamo dipendere la nostra serenità da fattori esterni, e questo ci porta ad essere in balia degli eventi e delle persone.

Ma la felicità è un percorso, un processo attivo che richiede pratica, dedizione, costanza.

Ed inevitabilmente essendo un processo viene creato da azioni.

Le persone sono infelici perchè semplicemente è più semplice, anche se questo diminuisce la qualità della propria vita.

È più facile non cambiare azioni e modi di fare, più semplice dare la colpa a ciò che ci circonda piuttosto che alle nostre abitudini di comportamento e di pensiero.
Il percorso terapeutico diventa il giusto contenitore per creare la propria felicità attraverso il cambiamento.
Durante questo cammino la persona impara a conoscersi, impara ad avere un punto di vista di sé e delle proprie emozioni differente e a 360 gradi .
Impara ad essere consapevole di quali sono le cose che creano serenità , quali ingredienti la sua vita deve avere per essere una vita piena di serenità e non di paura.
La paura non può essere il criterio con cui scegliamo ciò che va bene per noi: paura di essere rifiutati, paura di essere giudicati , paura di perdere, paura di soffrire.
In realtà intraprendere un percorso terapeutico dona risorse per imparare a vivere senza paura, o meglio nonostante la paura.
Esso permette di apprendere come fare ad ascoltarsi, a capire la nostra realtà interna e cosa di questa realtà ci limita e cosa ci amplia verso la vita.
Insegna ad interessarsi di se e a legittimarsi come creatura che ha bisogni, sogni e valori.
Durante il percorso il terapeuta è uno specchio che restituisce l’immagine che tu proponi a te stesso, che mostra i nodi e ti insegna il cammino per imparare a scioglierli.
Ti insegna a non aver paura a guardare tutte le emozioni e i pensieri che ti rendono un essere limitato da se stesso.

Significa viversi in piena accettazione anche con le nostre imperfezioni scegliendo di stare dalla propria parte per risolvere conflitti che ti impediscono di scegliere la vita che veramente desideri.

E’ cosi che in un ambiente protetto, come il luogo della terapia, che si può imparare a non negare nulla di noi: quello che sentiamo sentiamo, quello che abbiamo fatto abbiamo fatto, quello che abbiamo detto abbiamo detto anche quando non ci siamo piaciuti. Solo accettando tutto di noi possiamo andare oltre e migliorare, perchè se rinneghiamo come possiamo imparare e correggere?
Il percorso terapeutico può portare alla felicità e al successo perchè apre orizzonti interiori che permettono di scoprire come di fronte ai passaggi della vita possiamo lavorare per migliorare noi stessi e non regredire dando la colpa agli altri, rinunciando o peggio ancora fuggendo. Perché la realtà è che si può fuggire da tutto e da tutti , ma non da se stessi.

I problemi non risolti e fuori dalla nostra consapevolezza continuano ad inseguirci, portandoci a scegliere comportamenti che ci restituiscono puntualmente la nostra infelicità.
Imparare a costruire una vita , che pur con i problemi e le difficoltà sia una vita felice, significa spesso decidere di percorrere il sentiero meno battuto, e farlo con gli argini guida del percorso terapeutico e più sicuro.

La via della felicità spesso implica far cadere la maschera o l’immagine costruita per accontentare le aspettative altrui.

“Il benessere è un luccichio creato dall’accumularsi di molte importanti scelte di vita effettuate nel corso degli anni da una mente che non affonda nella presunzione o nell’ignoranza e da un cuore abbastanza sensibile da percepire le profondità dell’animo altrui e intuire i significati di gran parte delle situazioni”

– GAIL SHEEY-

La felicità quindi diventa benessere psicologico che è uno stato profondo del nostro inconscio e un atteggiamento costruito nel tempo grazie alle esperienze che facciamo e al significato che impariamo a dare loro, e che crea un equilibrato senso delle cose che ci permette di affrontare le difficoltà e i problemi che inevitabilmente fanno parte della nostra vita.